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Nuovo inizio: Non è mai troppo tardi per correre - 6 Lezioni da Giulia Guarnieri

abitudini crescita personale mindset Jan 25, 2022

Nell’ultimo episodio del podcast – che lascio qui in basso – ho avuto l’occasione di portare avanti una chiacchierata motivazionale con Giulia Guarnieri, la mia running Coach.

 

Lei, che mi ha ispirato e mi ha aiutato ad iniziare a correre, nonostante non avrei mai creduto che potesse piacermi - e te lo racconto nell'articolo "Come cominciare a correre mi sta aiutando nel mio percorso di crescita", si racconta nell’ultimo episodio e ci lascia un paio di riflessioni che io vi consiglio di ascoltare con la sua voce, ma che altrimenti ho riassunto in questo articolo per voi.

 

Chi è Giulia Guarnieri

Giulia è (la mia) allenatrice di corsa, originaria di Bologna ma a New York da circa 20 anni. Professoressa di Università, ha cominciato la sua carriera da podista circa 5 anni fa, all'età di 49 anni. L’incontro con la corsa, piuttosto casuale, si è rivelata un punto di svolta per la sua vita da emigrata negli States. Attualmente, Giulia si sta preparando per la sua prima gara di Triathlon a Giugno 2022.

 

Come è iniziata la carriera da podista di Giulia

In una consulenza con un professionista della salute, Giulia ha sentito per la prima volta la parola Triathlon e, su suggerimento di quest’ultimo, ha preso per la prima volta in considerazione l’idea di correre. La corsa per sé non le era mai interessata, nonostante vivesse a New York, città che ospita una delle maratone più importanti al mondo. Il primo passo è stato unirsi ad un circolo per principianti, in cui si alternava la corsa alla camminata: proprio l’idea della gradualità aveva convinto Giulia di potercela fare. E così è stato.

Dopo quattro mesi, la prima gara, dopo nove, la prima mezza maratona. Da lì Giulia non ha mai smesso di correre e la corsa è diventata la sua passione. Quali lezioni possiamo imparare dalla sua storia?

 

  1. Non sprecare il momento in cui il terreno è fertile, anche se non sembra quello giusto

Giulia ci racconta che, il momento in cui lei ha iniziato a correre era proprio quello in cui lei sentiva di aver bisogno di un cambiamento, in un anno molto importante e difficile alla soglia dei cinquant'anni. Quel momento così speciale aveva quindi portato anche la curiosità giusta per esplorare il mondo della corsa, anche quando sarebbe potuto sembrare troppo tardi.

 

  1. La felicità del Podista esiste e arriva insieme a tutti i benefici della corsa

Studi scientifici dimostrano che la corsa – così come lo sport in generale – garantisca benefici fisici e psichici. Oltre alla spinta ormonale, la pratica costante di uno sport provoca un aumento dell’autostima e una grande motivazione associata al senso di euforia.

Poiché inoltre Giulia pratica sport da sola, la corsa è un’attività completamente scissa da tutte le circostanze che compongono la sua vita quotidiana.

“è una felicità che nasce da dentro, è indipendente da mariti e figli ma è qualcosa che ho costruito io (…) nasce da dentro e mi fa sentire invincibile (…). A volte aspettiamo di essere felici in una relazione o un un matrimonio, al lavoro o semplicemente aspettando che ti arrivi dagli altri. Ma la felicità la devi costruire tu con le tue forze.”

 

  1. Fallo secondo i tuoi standard, non quello degli altri

Giulia ci ha raccontato di non sentirsi particolarmente brava e veloce nella corsa, di avere risultati che non hanno dell’eccezionale per gli standard dei podisti. Ciononostante, la motivazione arriva dallo sperimentare, dallo spingersi oltre i propri limiti e fare di più secondo i propri obiettivi.

“L’obiettivo non è essere più veloci, l'obiettivo è arrivare dove si vuole in base ai propri standard specifici e abbracciare il percorso, perché non è soltanto la corsa come gara ma hanno un grande impatto tutti gli allenamenti che fai prima e tutte le persone che conosci con le quali è un piacere allenarsi”.

 

  1. Cambiare aria e conoscere nuove persone

Molti possono vivere lo sport come qualcosa di individuale, in altri casi è invece importante associarsi a dei club, delle squadre, fare amicizia e parlare con persone che condividono con te una passione.

Giulia è addirittura riuscita a trovare un gruppo oltreoceano, quando torna nella sua Bologna, allargando le sue conoscenze anche nella sua città natale. Inoltre, ogni settimana ha occasione di conoscere almeno 2-3 persone nuove grazie al suo lavoro di coach per la corsa, cosa che le ha aperto moltissime prospettive e ha reso più dinamica la sua vita.  

E proprio basandosi su questa esperienza, si ritiene fautrice del “facciamo cose nuove, mettiamoci in situazioni diverse” perché, secondo lei, quella è l'opportunità: confrontarsi con persone che non farebbero parte della nostra vita altrimenti, con cui abbiamo delle affinità che magari proprio con le persone con cui condividiamo ogni giorno non riusciamo ad avere, perché queste condividono con noi una passione - che può essere la corsa come può essere qualcos'altro - che ci unisce che ci fa sentire quel senso di appartenenza e di comunità di cui tutti possiamo beneficiare.  

 

  1. Non contano gli anni che hai nella vita, ma la vita che hai negli anni

Se non siamo contente di dove siamo in un dato momento, ci sentiamo insoddisfatte, frustrate, magari depresse dobbiamo provare a fare cose nuove e vedere persone nuove. Non al primo tentativo, ma forse al secondo o al terzo, portando a casa tante esperienze, riusciremo a trovare qualcosa che sia davvero nelle nostre corde e chi facciano sentire invincibili e felici, proprio come Giulia si sente nella seconda parte della sua vita.

Se non avessi iniziato questo percorso – racconta Giulia – sarei ancora nella routine della vita che facevo prima. Ora sono ancora nella routine di prima ma è cambiato il modo in cui la vivo. Perché (…) puoi anche fare le stesse cose ma viverle con un entusiasmo diverso perché qualcosa è cambiato”.  

Lo sport per Giulia non rappresenta più solo l'attività fisica, ma è la “scusa” per viaggiare ed esplorare New York, la città in cui lei stessa ammette di aver vissuto per ben dieci anni senza conoscerla per davvero e di cui ora si sta innamorando nuovamente. 

 

  1. Nella maggior parte dei casi sentirai di aver iniziato nel momento giusto

Per concludere, Giulia ci lascia una stupenda lezione di Mindset positivo.

Guardando indietro, infatti, Giulia non vive con dispiacere l’aver iniziato a correre solo alla sua età, perché riconosce di aver abbracciato la corsa proprio nel momento in cui sentiva di essere matura per poterlo fare.

“Dico sempre di guardare il bicchiere mezzo pieno anziché mezzo vuoto. E se non riesci a vederlo mezzo pieno, allora prendi un bicchiere più piccolo.”

Non perché si accontenti, anzi Giulia continua a sfidarsi e a darsi nuovi obiettivi. Ma perché vive bene il suo percorso fino ad oggi e pianifica di correre ancora per molto tempo.

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