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Mi serve un coach o un terapista?

crescita personale mindset Apr 18, 2022

"Psicologo, terapista, coach, analista: ma di che figura professionale ho bisogno?"

Non posso darti una risposta definitiva, ma spero che questo blog possa aiutarti a rifletterci e fare un po' di chiarezza.

In Italia la figura del coach non è ancora molto conosciuta - benché quello dello psicoterapeuta o dello psicologo lo siano di più - poche persone hanno provato o svolto un loro percorso di terapia. E purtroppo c’é ancora uno stigma sul tema della salute mentale e sul richiedere aiuto o supporto psicologico quando se ne ha bisogno. 

Tutti possono beneficiare di un percorso, che sia coaching, psicologico oppure con un terapista. E se queste figure sono ancora confuse per te, provo a chiarirle in basso o nell’episodio del podcast correlato che puoi ascoltare qui in basso:

La mia esperienza personale

Non appena ho terminato la mia transizione professionale ho scelto di farmi seguire da un mentore e da circa un anno ho un coach - un high-performance coach - che mi segue nel mio percorso e che mi sta aiutando a costruire una strategia per costruire il futuro che desidero, nella mia vita personale e nel mio business.

Qualche mese fa ho anche deciso di intraprendere un percorso di psicoanalisi. Avevo voglia di conoscermi meglio come persona partendo dal mio passato. L’ho approcciato con curiosità, per capire veramente di cosa si trattasse e di come ne avrei beneficiato. Non avevo disfunzionalità grandi, ma volevo capire alcune dinamiche e meccanismi del mio subconscio, i miei triggers ed acquisire piena consapevolezza di chi sono, anche in base alle mie esperienze passate.

Sulla base di quanto ho sperimentato sulla mia pelle ho deciso di dedicare alcune righe alle differenze tra coaching e terapia. Tuttavia, credo sia assolutamente necessaria una parentesi sulla questione salute mentale.

La salute mentale non è un tabù

La salute mentale è estremamente importante e tutti dovremmo cominciare a parlarne con più apertura e umanità. Non è un tema di cui si deve parlare solo quando è stato aperto il vaso di pandora: su di essa dobbiamo tutti lavorare attivamente, perché abbiamo vite piene, stressanti, piene di aspettative, abbiamo sogni e progetti e – anche se magari non ne siamo consapevoli - abbiamo anche traumi irrisolti. La salute mentale è importante quando siamo bambini, adolescenti, adulti o anziani.  

A volte abbiamo bisogno di un professionista ad accompagnarci: e non c’è assolutamente niente di male. Anzi – nel merito ho due messaggi importanti per te:

Messaggio 1: Chiederti come stai e interrogarti sul fatto o meno di avere bisogno di aiuto o di supporto non ti rende debole e non ti stigmatizza. Tu sei responsabile per la tua saluta mentale e fisica e farsi le giuste domande significa che sei una persona motivata, pronta ad evolvere e che non si accontenta dello stato dei fatti.

 Ti consiglio di leggere anche il mio blog su "La paura del giudizio e come superarla".

Messaggio 2: Non giudicare gli altri che magari stanno facendo un percorso – che sia con un coach, con uno psicologo o altre figure professionali. Accogli con grazia il fatto che qualcuno ti racconta con vulnerabilità di stare facendo un percorso e ammira e rispetta l’altro, perché lavorare su sé stessi non è semplice e spesso la via più semplice è ignorare i problemi invece che risolverli.

Coaching e psicoterapia: le differenze

Entrambe queste pratiche, quella del coaching e della psicoterapia portano ad una crescita personale, ad un miglioramento di te stesso e ad una tua evoluzione. Ma quali sono le principali differenze tra un coach e uno psicoterapeuta?

Non c’è una risposta univoca per questa domanda, né c’è una linea davvero netta che separa le due professioni perché ci sono correnti della psicoterapia che seguono un approccio davvero simile al coaching.

Volendo confrontare la psicoterapia “classica” e il coaching credo valga la pena sottolineare tre differenze principali:

  1. L’ottica: verso il passato e verso il futuro

Il terapeuta si focalizza solitamente su traumi passati per poter cambiare abitudini e comportamenti con impatto e conseguenze negative su noi e sul nostro comportamento e per riparare o migliorare relazioni – infatti spesso il focus è su relazioni come nella terapia di coppia - così da poter creare una vita più stabile e felice. La terapia o l’analisi solitamente non prevedono il raggiungimento di obiettivi specifici e misurabili.

Questo giace al cuore del coaching - dove partendo dal presente e proiettandosi sul futuro - si mette in atto un piano d’azione volto proprio al raggiungimento di obiettivi e risultati specifici. Il coaching è basato sull’azione e sul progresso, molto di più rispetto alla terapia o l’analisi nell’accezione classica.

In pillole:

  • Il terapista cerca di analizzare situazioni passate, per poter spiegare dinamiche comportamentali del presente.
  • Il coach tende ad analizzare e spacchettare problematiche presenti così che la persona ci possa lavorare attivamente sopra, ora e nel futuro.
  • La terapia si focalizza sui tuoi pensieri e sentimenti e come questi derivino da traumi o vicende passate.
  • Il coaching può forse toccare alcuni temi del passato, allo scopo di identificare alcuni pensieri o credenze limitanti che ti possono caratterizzare, ma trattiene il focus sempre sul presente e sul futuro e sull’azione.

 

  1. Gli obiettivi sono diversi

La terapia e l’analisi hanno lo scopo di aiutarti ad esplorare la tua parte inconscia, quella che non puoi razionalmente afferrare. Ha lo scopo di comprendere certe dinamiche mentali e comportamentali con l’obiettivo generale di ripristinare un’adeguata salute mentale. Quindi la terapia è importante quando ci sono problematiche cliniche come depressione, ansia o disturbi psicopatici e condizioni di sofferenza psicologica della persona.

Il coaching ha l’obiettivo di aiutarti a sbloccarti, con l’azione come mezzo e il focus su progresso e risultati.

  1. La durata del percorso

La terapia è solitamente un percorso di lungo periodo che spesso si protrae per anni o tutta la vita.

Il coaching invece è un percorso che si porta avanti per un periodo di tempo limitato (nel mio caso di mesi, e anche qualche anno in alcune circostanze) e spesso ad intervalli.

 

Coaching e psicoterapia: cosa hanno in comune

Entrambi - il terapista e il coach - hanno l’obiettivo comune di aiutarti a migliorare la tua vita.

E questi sono spesso professionisti che possono lavorare di pari passo o in maniera sequenziale con la stessa persona, accompagnandola in momenti diversi del percorso.

Se la persona è in uno stato di sofferenza, è spesso necessario prima un percorso di terapia che la aiuti a risolvere traumi importanti e portare la persona ad un livello di salute mentale tale da poter poi affrontare, insieme ad un coach, sfide positive volte al raggiungimento di obiettivi per portare la propria vita al livello successivo in varie aree della propria vita.

Non possiamo allenarci per correre una maratona se abbiamo una gamba ferita. Abbiamo prima bisogno del medico che ci curi e di guarire per poi avere il coach che alleni a raggiungere quell’obiettivo.

Da dove puoi cominciare?

Se vuoi cominciare un tuo percorso per sentirti meglio con te stessa e nella tua vita e vuoi farti aiutare da un professionista valuta dove sei in questo momento e quello di cui hai bisogno.

  • Ti senti disfunzionale ed hai bisogno di andare a risolvere cose profonde che ti porti dietro? Meglio parlane con uno psicoterapeuta.
  • Ti senti bloccata, ti senti confusa, non hai strumenti e chiarezza ed hai bisogno di una guida e di strumenti per poter portare avanti il cambiamento che desideri? Allora un coach farà al caso tuo.

Un percorso di crescita personale non è solo auspicabile, è necessario. Conoscerci, capire cosa vogliamo, ci aiuta a vivere bene, in uno stato di benessere, le circostanze della vita che cambiano, che sono costantemente mutevoli.

Un consiglio: I percorsi di crescita personale che funzionano meglio inoltre, sono proprio quelli che iniziano quando le cose vanno ancora abbastanza bene. Quello è il momento giusto di puntare oltre il livello di sopravvivenza, mettersi in discussione e capire quanto la nostra vita di oggi sia allineata ai nostri obiettivi del futuro.

Un altro consiglio: A seconda di dove siamo e di come ci sentiamo in quel momento specifico della nostra vita, lo si può portare avanti da sola o con l’aiuto di un professionista.

Spero di averti regalato un po’ di consapevolezza: la salute mentale è alla pari della salute in generale e tutti possiamo assicurarci di fare di più per entrambe. E quando qualcosa non va è bene parlarne, cercare aiuto e lasciarsi aiutare. Siamo tutti nella stessa barca!

Se ti va di condividere la tua esperienza con me o parlare di questo argomento non esitare a contattarmi – via mail o attraverso i social! Sono sicura che potremo entrambe beneficiare di una chiacchierata: non vedo l’ora di conoscerti!

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